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PdF del 23/02/2012 – Tocchi terra, tocchi Dio

Celebrazione dell’imposizione delle ceneri e Preghiera di Famiglia

 

Ho sentito dire che c’è un matto in giro con le tasche piene di parole e sogni che nessuno ha realizzato e non sa coltivare se non dentro la sua testa vuota e dentro le speranze di chi non ha mai deciso niente sono ancora avvolti in cellophane e carta d’alluminio e pesano di tutti quei rimpianti che ogni uomo ha dentro e pensano che siano ottimi rimedi contro il tempo perché possa un giorno muoversi in un altro senso.

Ho sentito dire che quel matto è ancora in giro adesso e vomita parole da un megafono che resta spento e non si dà mai pace fino a quando ogni sguardo è appeso alle sue tasche ancora troppo piene di conigli e fiori e solo adesso me ne rendo conto che non c’è nessuno in giro e che è soltanto quel che penso mentre poi mi guardo intorno ciò che vedo è il mio riflesso su uno specchio troppo stanco di morirmi sempre addosso.

Quel matto son io che vorrebbe un cappello più grande ed un paio di mani più attente che nascondan bene perfino alla gente il segreto di quel che son io che se avessi un cappello più grande ti terrei da quel mondo distante tra fiori e conigli non pesa alla gente il segreto di te tra fiori e conigli perfino la gente ha paura di me.

Ho sentito ridere dell’uomo e delle debolezze ogni volta che per ogni sbaglio ha perso le certezze dentro a quel cilindro nero non nasconde piu’ sorprese solo quello che rimane senza trucco e senza attese sembra un pozzo senza fine e senza fiori da mostrare i conigli tremano non sanno più scappare poi mi guardo intorno è sbiadito il mio riflesso su uno specchio troppo stanco di morirmi sempre addosso.

Quel matto son io che vorrebbe un cappello più grande ed un paio di mani più attente che nascondan bene perfino alla gente il segreto di quel che son io che se avessi un cappello più grande ti terrei da quel mondo distante tra fiori e conigli non pesa alla gente il segreto di quel che son io tu sai chi son io che se avessi un cappello più grande ti terrei da quel mondo distante tra fiori e conigli non pesa alla gente il segreto di te tra fiori e conigli non pesa alla gente il segreto di me tra fiori e conigli perfino la gente ha paura di me.

(Negramaro, Quel matto son io)

 

L’uomo, creatura di Dio, è modellato dalla terra

Dal libro della Genesi (2;4-7)

Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo, 5 nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata – perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavorava il suolo 6 e faceva salire dalla terra l’acqua dei canali per irrigare tutto il suolo -; 7 allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente.

 In ascolto..

Madre. Adesso che ho passato il mare,
Ricordati di pregare appena puoi
Ora che ho lasciato la mia nave ora
Ho nel cuore una parola sola ed e’ per te
Nel tuo bacio il mio pensiero vola
Ho paura e non ho fiato in gola
Faccio a pugni con la mia coscienza
senza te

Da che parte e’ la mia terra
Ricomincia un’altra storia
La mia sorte il mio destino
La mia stella il mio cammino
Da che parte e’ la mia terra
Ricomincia un’altra storia
Ho negli occhi il mio destino
Madre prega anche per me

Madre. Adesso che ho passato il mare
Regalami un coraggio forte come il tuo
Ora che ho lasciato la mia nave ora
Ho nel cuore una parola sola ed e’ per te
La tua voce mi riscalda ancora
Del tuo abbraccio avrei bisogno ora
Faccio i conti con la tua saggezza
senza te

Da che parte e’ la mia terra
Ricomincia un’altra storia
La mia sorte il mio destino
La mia stella il mio cammino
Da che parte e’ la mia terra
Vado incontro alla mia storia
Nascondendomi nel buio
Madre abbracciami

Respiro l’aria fresca
Fremito di rabbia dentro di me
Nei piedi solo fretta
piango ma non passa
Prega per me

Da che parte e’ la mia terra
Ricomincia un’altra storia
La mia sorte il mio destino
La mia stella il mio cammino
Da che parte e’ la mia terra
Dentro il cuore la memoria
E negli occhi il mio destino
Madre abbracciami

 

(Nomadi, La mia terra)

 

Possiamo ripetere ad alta voce una frase che ci ha colpito

Preghiamo insieme

Padre, la mia vera identità
è quella di creatura che viene dalla terra.
Tu mi hai fatto e plasmato
a tua immagine e somiglianza.
Eppure quante volte penso di essere un padre eterno
e vivo nell’egoismo e nell’autosufficienza.
Aiutami o Padre,
In questo tempo di quaresima,
a ritrovare il senso del limite,
a ritrovare il mio rapporto
con la terra.
Amen.

Quando l’uomo cade a terra, ferito dal peccato

Dal libro della Genesi (3;1-13)

1 Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». 2 Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, 3 ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». 4 Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! 5 Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male». 6 Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. 7 Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
8 Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l’uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino. 9 Ma il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: «Dove sei?». 10 Rispose: «Ho udito il tuo passo nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto».
11 Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?».
12 Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». 13Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».

 

Guardiamo il video …

Sole alla valle e sole alla collina,
per le campagne non c’è più nessuno
Addio addio amore Io vado via.
Amara terra mia Amara e bella

Cieli infiniti e volti come pietra
mani incallite
ormai senza speranza
Addio Addio Amore Io vado via
Amara terra Mia
Amara e bella
Tra gli uliveti è nata già la luna
Un bimbo piange
allatta un seno magro
Addio Addio Amore
Io vado via
Amara Terra mia
Amara e bella.

(Radiodervish, Amara terra mia)

Possiamo ripetere ad alta voce una frase che ci ha colpito

Preghiamo insieme

Signore Gesù, quante volte la terra
è diventata il segno delle mie cadute, del mio peccato.
Quante volte essa ha segnato inesorabilmente
il mio limite, le mie bassezzze,
le mie cattiverie e ipocrisie.
Signore Gesù, donami in questo tempo di Quaresima
l’esperienza del tuo popolo nel deserto,
il coraggio di passare dalle mie cadute
ad un nuovo cammino di conversione.
Donami la forza di rialzarmi e di rimettermi in viaggio
nel cammino verso Te.
Amen.

 

L’uomo nuovo è chiamato a costruire una terra nuova nella sobrietà e nella giustizia

Dalla seconda lettere di Pietro apostolo (3;13-15)

Secondo la promessa di Gesù, noi aspettiamo nuovi cieli e una terra nuova, nei quali avrà stabile dimora la giustizia.
14 Perciò, carissimi, nell’attesa di questi eventi, cercate d’essere senza macchia e irreprensibili davanti a Dio, in pace. 15 La magnanimità del Signore nostro giudicatela come salvezza,

In ascolto …

Siamo frasi di un discorso
che non formano un concetto
come nemici ammanettati
nello stesso letto

animali in un recinto
che non vogliono più uscire
siamo pesci in un acquario
e non sognamo ilmare

siamo le grida dietro ai muri
e poi i silenzi in ascensore
condomini con giardino
vicini senza nome

autostrade abbandonate
ma con i lavori in corso
ogni tanto mi risverglio
e mi domando in tutto questo
cosa c’entro iopoi ti guardo e riconosco in te
la mia stessa ferita
siamo tutti un’espressione in più
di questo pianeta

consumatori consumati
sepolti dalla spazatura
il fuoco brucia in un istante
l’amore finchè dura

conducenti incattiviti
dalle sette di mattina
avversari ad ogni fila
ad ogni incrocio ad ogni costo
ma cosa c’entro io

poi ti guardo e riconosco in te
la mia stessa ferita
siamo tutti un’esprssione in più
di questo pianeta

(Niccolò Fabi, Questo Pianeta)

Possimo ripetere ad alta voce una frase che ci ha colpito

Preghiamo insieme

O Signore, dalla terra ogni giorno sale il grido
di uomini e donne che chiedono giustizia
e attendono di essere liberati dalla fame, dalla povertà e dalla miseria.
Dalla terra ogni giorno sale il grido del creato
distrutto dall’inquinamento e dallo strapotere economico di uomini senza scrupoli.
Padre del cielo fammi capace da questa Quaresima,
di uno stile di vita più sobrio,
capace di incarnare nelle piccole scelte di ogni giorno
la promessa di una terra nuova
nella quale avrà dimora stabile la giustizia e l’amicizia tra i popoli.
Fammi essere più attento a chi ho accanto,
e alla terra da cui mi hai creato e sulla quale mi hai messo,
per dono del Tuo amore.

Amen.

 

Nelle ceneri tocchiamo la terra, tocchiamo Dio

Buon Cammino Insieme …

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