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Lettera inizio anno pastorale 2017-2018

Il nuovo Vicario del Papa per la Diocesi di Roma, sua Ecc.za Mons Angelo De Donatis, ricorda spesso una raccomandazione che gli veniva rivolta: ricordati che la Chiesa di Roma non è una organizzazione da far funzionare, ma una famiglia da amare! Partendo da questo bell’incoraggiamento, propongo qualche pensiero sparso attorno alla concretezza del costruire la nostra famiglia-comunità nello stile evangelico della misericordia, aspetto che fa parte anche della spiritualità che San Leonardo Murialdo ci ha lasciato in dono.

Desideriamo tutti essere amati e perdonati, compresi davvero, attesi con pazienza. Attendiamo tutti qualcuno per cui la nostra vita sia importante veramente. Se abbiamo mai conosciuto l’amore, abbiamo conosciuto qualcuno che ci ha amato quando non ce lo meritavamo. Ecco questa è la misericordia!

 

La misericordia costruisce la comunità perché va oltre quello che bisogna dare, oltre quello che è giusto! Ma solamente l’amore autentico e totalmente gratuito costruisce famiglia, realizzando comunione; solo il giorno in cui amiamo senza chiedere assolutamente niente in cambio, siamo felici veramente facendo comunità!

Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro (Lc 6,36).

Questa esortazione di Gesù significa che quanto ci siamo lasciati perdonare, tanto saremo capaci di perdonare! L’unico modo che abbiamo di fare esperienza vera della misericordia di Dio è nel riconoscimento dei nostri peccati; poiché nel limite, nella debolezza, nel fallimento possiamo incontrare veramente la misericordia di Dio su di noi, e fino a quando non facciamo esperienza vera di questa misericordia di Dio, non saremo in grado di condividerla nella vita della comunità.

Non abbiate alcun debito verso nessuno, se non quello dell’amore vicendevole (Rm 13,8).

La comunità è la comunione di persone unite non tanto da un possesso, da un di più, ma da un di meno, da un debito, il debito della carità e dell’amore verso l’altro. Ciò che costruisce la nostra comunità non è mai la somma delle forze e delle abilità di ciascuno, ma piuttosto la condivisione delle fragilità e della povertà di ognuno. Solo allora ciascuno si espone agli altri nelle proprie debolezze rendendosi amabile; solo allora la comunità diviene luogo di esperienza di misericordia. Una comunità di persone forti e capaci, dove ognuno si sente superiori agli altri, non riconoscendo di avere difetti e sentendosi solo un creditore, diventa una comunità invivibile.

 

La misericordia costruisce la comunità perché il principio dell’amore è il bene concreto dell’altro, per questo non è un sentimento! L’amore comincia quando per amare devi perdere te stesso! Amiamo davvero quando amiamo chi ci ha calunniato, quando sentiamo comprensione nel cuore verso chi trama contro di noi, perché non ci sentiamo migliori. Senza perdono non si costruisce famiglia e si rimane chiusi nella solitudine. Smettiamo di raccontarci che amiamo se questo non facciamo. Smettiamo di definire amore, rapporti che sono ancora altro. L’amore, nel nostro cuore, comincia solo quando la smettiamo di pensare da creditori!

Non si costruisce famiglia-comunità senza il servizio reciproco dell’ascolto. L’ascolto è una dimensione paterna e materna. Padre e madre molte volte educano i figli attraverso il semplice ascolto. E a volte i figli non hanno bisogno di altro. Eppure tutti corriamo il pericolo di chiuderci all’ascolto, di cadere nel mutismo, di rifiutarci la parola, di preferire il silenzio. L’ascolto è anche aprire reciprocamente spazi di visione e di prospettive nuove, favorendo l’uscita dall’infantilismo che si manifesta in schematismi di vita troppo semplicistici. Ascoltarci gli uni gli altri per guardare lontano, oltre se stessi, per aprire orizzonti, è misericordia reciproca, calata nella quotidianità non sempre facile.

A volte l’ascolto è faticoso di fronte a qualche fratello e sorella difficili. In realtà queste situazioni svolgono una funzione sacramentale e rivelativa e ci offrono la possibilità di cambiare il nostro cuore, di vedere quanto ancora siamo distanti dall’essere evangelizzati nel profondo e ci aprono la strada alla conversione.

La comunione di una comunità si rivela particolarmente nella qualità delle relazioni e della comunicazione e luogo privilegiato della comunicazione è la parola, che può essere luogo di misericordia o di possibile violenza. Guardarsi dalle parole non misericordiose è importante, non dimenticando che è la parola che può creare legami di fraternità e di carità. Tutti noi possiamo assumere modalità e toni di comunicazione che non sono costruttivi della comunità.  Possiamo comunicare male facendo pressione smodata e con insistenza ostinata, mettendo l’altro di fronte al fatto compiuto, con una comunicazione esterna che non corrisponde a ciò che abbiamo nel cuore, facendo la vittima o adulando. E’ sempre necessario, per questo, il richiamo reciproco all’uso sobrio, intelligente, caritatevole e rispettoso della parola.

 

La misericordia costruisce la comunità perché mai si deve dimenticare o trascurare il primato della persona. La persona oggetto dell’amore infinito, gratuito, misericordioso da parte di Dio, (Leonardo Murialdo) non può mai essere considerata un mezzo, uno strumento, una risorsa. Bisogna accogliere che ogni singola persona sia così com’è, per quello che è e non per quello che fa, che non sia come la comunità vorrebbe. Ogni fratello e sorella ha diritto a trovare nella comunità un posto adatto a sé, per esprimere liberamente la propria fede e il proprio amore. La misericordia da esercitare per costruire la nostra famiglia è una strada impegnativa, che richiede fatica e allenamento, che viene minacciata continuamente dalle necessità di efficienza e di organizzazione della vita e che possiamo pagare anche a caro prezzo.

 

La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. (1Cor 13,4-8)

Concludo proponendovi un esercizio: in un piccolo tempo di preghiera, applichiamo questa Parola a Gesù sostituendo la parola carità con Gesù, per scoprire che San Paolo parlava proprio di Lui: Gesù è paziente, è benigno Gesù; e poi proviamo ad applicarla a noi sostituendo la parola carità con il nostro nome: Antonio è paziente, è benigno Antonio, non è invidioso Antonio; per scoprire che l’avventura meravigliosa della vita nuova dei cristiani è tutta davanti a noi! Questo non per scoraggiarci, ma per riprendere, con rinnovata gioia, il cammino insieme a Colui che di cristianesimo se ne intende davvero, Gesù!

Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro (Lc 6,40).

Auguro a tutti noi di saper vivere da discepoli, sapendo imparare sempre, da tutto! Sapendo che ogni giorno Dio ha qualcosa da insegnarci, anche attraverso le cose che non sembrano andare per il verso giusto, finanche attraverso i nostri e altrui peccati. C’è sempre da imparare, che meraviglia! Vivere invece da maestri è terribile. Avere a che fare con le persone che credono di aver imparato tutto è molto triste, non le sorprendi più, mentre relazionarsi con chi è discepolo è facile e piacevole. I discepoli sono persone piccole, umili, figli, gente che non si sente di poter condannare. Per perdonare non bisogna essere forti, ci vuole d’essere piccoli, segnati dalla memoria delle proprie stupidaggini che proclamano ogni giorno che Dio ci ama!

 

La misericordia costruisce la comunità e può richiedere tutto il nostro cuore, ma ne vale la pena se il premio è una famiglia, se la gioia è quella di trovare fratelli e sorelle.

 

Buona vita, ancora, insieme!

pam

 

Alcuni appuntamenti per tutta la comunità parrocchiale a cui non mancare:

Preghiera di Famiglia  20,45

  • 16 novembre               PdF 1
  • 11 gennaio                   PdF 2
  • 14 febbraio                  PdF 3  (Mercoledì delle Ceneri)
  • 03 maggio                   PdF 4

 

Formazione Comunitaria (Un Venerdì al mese ore 20,45) clicca qui per approfondire

 

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